martedì 7 giugno 2011

Shogun di James Clavell

Proposta di lettura di Martina C.

James Clavell (Sydney, 10 ottobre 1924– Vevey, 7 settembre 1994 ) è stato uno scrittore, sceneggiatore e regista australiano.










Ho letto Shogun di James Clavell; un romanzo strano, catapulta in un mondo lontano da quello europeo e dà una forte percezione di una civiltà che affascina e incuriosisce.

E'  incredibile riscoprire come i valori e le tradizioni raccontate da Clavell nel giappone del 1600 siano ancora così attuali nel giappone moderno.
La cerimonia del Cha, la serenità e il potere nel riuscire a bere il "Cha che non c'è"; l'importanza della pulizia e dell'igiene con la cerimonia del bagno già quando nell'unico mondo civile conosciuto, si viveva nella sporcizia.
La fedeltà dei samurai ai Daymo può forse essere riscontrata in altre società ma il senso dell'onore fino al seppuku che deve comunque essere meritato e autorizzato, sconvolge.
L'obbedienza è espressa a tutti i livelli della scala sociale; le donne, che appartengono prima ai padri, poi ai mariti possono sembrare impotenti ma in realtà possono guadagnare l'onore diventando samurai.
L'amore ed il rispetto sono temi attuali di una società dove ci si inchina per salutarsi, dove l'appartenenza alle classi sociali, a cui si accede per nascita, viene riconosciuta e riscontrata in ogni gesto.
Ma l'amore in senso cristiano è sconosciuto; nel matrimonio come nella vita amore è sinonimo di lealtà e dovere anche nei confronti dei propri cari.
Leggendo il libro, si vive in simbiosi con il protagonista e si assiste al suo processo di incivilimento, al suo passare dall'essere barbaro (in quanto europeo), e quindi al di sotto perfino degli Eta (ultimi nella scala sociale giapponese), al titolo di Anjin-San dove il suffisso San è un segno di rispetto ed il riconoscimento di una posizione considerevole.
E' un libro che cattura la mente e la suggestiona fino a far "vedere" con gli occhi della propria immaginazione i paesaggi descritti, gli stati d'animo narrati, le torture applicate.
E' come se si fosse presenti agli incontri tra il giovane Blackthorne e il Nobile Toranaga (Daymo), si sentisse il peso dei momenti di silenzio di quegli incontri, si valutasse insieme all'Anjin-San quali le parole migliori per non increspare il difficile rapporto che egli sta instaurando con il Daymo.
Anche nell'esprimersi c'è una regola; il fatto che il protagonista impari giorno dopo giorno a rispettarla, lo fa vivere sospeso tra la vita e la morte, una morte che teme perché vorrebbe tornare in patria, almeno nelle prime fasi del racconto.
I giapponesi invece non temono la morte in nessuna classe sociale; è un paese drasticamente in balìa della natura con terremoti e maremoti che distruggono intere città e porti, ma il pensiero della morte viene accettato con serenità. Non è rassegnazione: è Karma!
Quello che viene distrutto viene velocemente ricostruito e, di fronte allo sconforto di Blackthorne che, a causa di un incedio scaturito in seguito ad un terremoto, vede la propria casa distrutta e assiste impotente alla morte di uno tra i suoi servitori, i giapponesi mantengono calma e serenità e, domato l'incedio, avviano la ricostruzione.
Solo con serenità e accettazione della morte e del destino si raggiunge il wa, l'armonia.
Che dire? questa filosofia rappresenta una valida via di fuga da tutto quello che è stress e frenesia nella società attuale; potremmo chiamarlo credo, karma oppure destino; lo scopo è quello di trovare il modo migliore per meglio vivere e apprezzare quanto a disposizione nella vita.
Davvero un bel libro!

"... Voi pensate alla realtà dentro la tazza, pensate al cha..la bevanda verde pallido degli dei. Se vi concentrate a fondo...un maestro Zen saprebbe insegnarvelo, Anjin-san. è difficilissimo e facile insieme. Come vorrei essere tanto brava da potervelo mostrare, Anjin-san! Perché allora tutte le cose del mondo sarebbero vostre...basterebbe chiederle, anche la più irraggiungibile, il dono supremo: la perfetta tranquillità"

"la memoria di Blackthorne tornò alla prigione: come era passato vicino alla morte, e come le era vicino anche adesso nonostante tutti gli onori! Toranaga può riprendersi quello che ha dato, con la stessa facilità...è il Karma. Non posso contrastare il karma...mi arrendo al karma, in tutta la sua bellezza, lo accetto in tutta la sua maestà."

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