venerdì 10 febbraio 2012

Cambio di regime

Cercata e scovata, siete penetrati più volte nella mia abitazione, mettendola sottosopra, prendendomi con la forza. M’avete sequestrata poco fuori l’uscita, costretta, condotta per monti, valli, pianure; facendo perdere, ogni volta, qualcosa di me. Dove e quando avete voluto, m’avete usata a piacimento: violentata lungo le strade, sotto i ponti, i viadotti; contro i piloni, gli argini in cemento.
Eppure, sono quasi sempre piacevole, talvolta briosa, spumeggiante; dicono che rinfresco il corpo e l’animo degli uomini che m’assaggiano. Spesso succede con indifferenza, ingratitudine, quasi fosse un diritto che io gli appartenga! Eppure, merito un po’ di riguardo, proprio perché sono disponibile con tutti quelli che m’avvicinano: posso sporcarmi, essere facilmente contaminata.
 Talvolta, sento il bisogno di uscire, rivedere vecchi posti che periodicamente visitavo ed, allora, gli uomini s’impauriscono, fuggono (se possono) e mi maledicono. Dopo, riprende la solita tiritera con violenze continue; d’ogni tipo. I più ignobili sono quelli con gli occhiali che stanno dietro i tecnigrafi: gli ingegneri, i geometri; gonfi ed avidi di soldi. Poi, al loro servizio, vengono i camionisti, i manovratori di ruspe: energumeni volgari ed ignoranti. FANNO SCHIFO! Io sono molto più importante, eppure, non mi faccio pagare. Basta, sono stanca; da oggi ho deciso: CAMBIO REGIME! Precipito lieve e silenziosa in cristalli di ghiaccio che imprigionano l’aria. Ricopro tutto ciò che gli uomini hanno costruito usandomi: le città (mischiandomi con il calcestruzzo), le strade (che mi deviano ed ingabbiano), le auto (che si servono di me per raffreddare i motori), le industrie (che mi sfruttano per produrre). Smusso le asperità delle loro costruzioni angolate e taglienti, le mostruosità della loro ignoranza estetica, dei loro colori casuali; rendo tutto omogeneo, silenzioso, ondulato e sensibile al soffio del vento. Ai bambini, che sono gli unici ad amarmi, offro ghiaccioli dai tetti, dalle cornici, li faccio giocare con il mio corpo e scivolare su di me. Gli uomini bestemmiano, buttano sale per le strade, accendono ansiosi la televisione per saperne qualcosa di più.
Ma IO, OGGI, LI HO COPERTI; HO IMMOBILIZZATO le loro sporche e rumorose macchine riducendo, semplicemente, l’attrito (un vecchio trucco). LI HO RIDOTTI ALL’IMPOTENZA. Poi, se voglio, espiro l’aria che ho dentro e divento dura, di ghiaccio.
Oggi, gli uomini sono costretti a misurare i passi con attenzione ed equilibrio, come tutti i mammiferi, a vestirsi con oculatezza (altrimenti infierisco di più), perché sono animali senza piume o pelliccia; a perdere lo sguardo nel mio immenso candore...
Questa situazione durerà per diverso tempo, mi sono alleata con la temperatura: in queste lunghe notti d’inverno siamo diventate amiche.

Burian - Dicembre 1996
di Enzo Angelini ( giornalista , scrittore)

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