"Andò
in cucina,raccolse alla rinfusa carte di giornale e trucioli e accese un fuoco
sulla lastra del focolare. Quando il fuoco raggiunse una considerevole altezza
e ampiezza, Mendel andò con passo deciso all'armadio e tirò fuori il
sacchetto di velluto rosso in cui si trovavano i suoi filatteri, il suo talèd e
i libri di preghiera. S'immaginava come questi oggetti sarebbero bruciati. Le
fiamme afferreranno la stoffa ingiallita del manto di pura lana di pecora e
l'annienteranno con lingue appuntite,azzurrognole,voraci. Il bordo luccicante
di fili argentei si carbonizzerà lentamente,in piccole spirali incandescenti.
Il fuoco arrotolerà pian piano i fogli dei libri tramutandoli in cenere grigio
argento e per un paio di secondi colorirà di sangue le lettere nere. Gli angoli
di pelle delle copertine si arricciano, si drizzano,come strani orecchi coi
quali i libri ascoltano quello che Mendel grida loro nella morte ardente. Una
spaventosa canzone grida loro."E' finita, finita, finita per Mendel Singer
egli grida e con gli stivali batte il tempo,così che le assi del pavimento
rimbombano e le pentole alla parete cominciano a tintinnare."Non ha
figlio,non ha figlia, non ha moglie, non ha patria, non ha denaro. Dio dice: ho
punito Mendel Singer; di che cosa lui, Dio,punisce? Perchè non Lemmel , il macellaio? Perchè non punisce
Skowronnek ? Perchè non punisce Menkel ? Solo Mendel punisce! Mendel ha la morte, Mendel ha la
pazzia, Mendel ha la fame, tutti i doni di Dio ha Mendel . E' finita, finita, finita
per Mendel Singer".
Giobbe è un uomo saggio e semplice che conduce un'esistenza banale, governata dalla ripetitività dei gesti di ogni giorno che assicurano ordine e stabilità al suo mondo.......... "Il dolore lo farà saggio, la deformità buono, l'amarezza mite e la malattia forte." L'interrogativo che pone questo libro è nel rapporto tra dolore e crescita spirituale. La sofferenza viene considerata qualcosa di esterno alla dimensione umana (una punizione divina appunto), però è un mezzo preferenziale di comunicazione con la divinità perché rompe l'identificazione narcisistica con il proprio ego. E la speranza , oltre ogni mortificazione, si riaffaccia testarda a consolare l'animo dell'uomo sofferente ............... Isegue
Melissa
Giobbe è un uomo saggio e semplice che conduce un'esistenza banale, governata dalla ripetitività dei gesti di ogni giorno che assicurano ordine e stabilità al suo mondo.......... "Il dolore lo farà saggio, la deformità buono, l'amarezza mite e la malattia forte." L'interrogativo che pone questo libro è nel rapporto tra dolore e crescita spirituale. La sofferenza viene considerata qualcosa di esterno alla dimensione umana (una punizione divina appunto), però è un mezzo preferenziale di comunicazione con la divinità perché rompe l'identificazione narcisistica con il proprio ego. E la speranza , oltre ogni mortificazione, si riaffaccia testarda a consolare l'animo dell'uomo sofferente ............... Isegue
Melissa
Ho da pochi minuti finito di leggere il libro che mi hai
consigliato:”Giobbe”..e volevo ringraziarti!!! È un libro bellissimo,
nonostante un’apparente tristezza di fondo che lo accompagna! È vero il finale
è stato forte e non posso negare che anche in questo caso non sono riuscita a
trattenere le lacrime… in fondo perché reprimere a forza un’emozione?! .. anche
se si tratta di un romanzo, di una storia inventata, e .........segue
Daniela
Giobbe. Un libro che, a lungo, non si svela. Non capisci
perché, chi te lo ha consigliato, ti ha parlato di un libro sulla speranza.
Segui le vite di un uomo, e della sua famiglia, immaginando che di loro voglia
parlarti. E, in verità, non ci trovi nemmeno niente di straordinario. Invece,
in poche pagine, solo alla fine, quando non ti aspetti più alcuna svolta,
arriva ! Il messaggio di speranza è forte e diretto. Ti riguarda personalmente.
Ti parla di un Dio Padre che è sempre avanti a te di qualche passo, ti
anticipa, ti conosce e ti sorprende sempre. Allora capisci perché quella storia
ti parla di speranza: perché ti fa venir voglia di affidarti a Lui, sempre,
anche quando non ti aspetti più niente e credi che nulla ti potrà sollevare
dalle tue umane preoccupazioni. Invece questo accade !
Siamo in buone mani.
Laura
Siamo in buone mani.
Laura
Caro Filippo, ti ringrazio per avermi dato la possibilità di
conoscere questo libro e di poter fare alcune riflessioni importanti. La
lettura, seppur molto agevole, si presta a diversi livelli interpretativi . Innanzitutto
il plot narrativo è un ottimo contenitore per esporre le linee di tensione
verso il nuovo mondo ( l’America, impropriamente chiamata invece di Stati
Uniti), in cui si sono riversate le speranze di milioni di persone ............... La pazienza di Giobbe, in Mendel, viene preservata
solo dalla follia: infatti se avesse avuto ancora un po’ di senno, egli si
sarebbe certamente tolto la vita. Ma Dio ha tollerato anche la sua apostasia,
folle e al tempo stesso lucidissima, fatta di meditazioni tutt’altro che
scontate. Il finale del libro è degno di un vero thriller............. In definitiva il
finale rientra in pieno nella cultura ebraica, un popolo che vive in attesa di
un messia tutto terreno, che restituisca loro quella regalità di popolo perduta
con l’avvento di Cristo.......segue
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