giovedì 21 giugno 2012

Premio Strega LXVI edizione

La cinquina del Premio Strega 2012.
In attesa dell' ultima votazione del 5 luglio  





Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie) di Emanuele Trevi: 92 voti


Il silenzio dell’onda (Rizzoli) di Gianrico Carofiglio: 70 voti


Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi (Mondadori) di Alessandro Piperno: 68 voti


Nel tempo di mezzo (Einaudi) di Marcello Fois: 64 voti


La colpa (Newton Compton) di Lorenza Ghinelli: 38 voti


Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie) di Emanuele Trevi

Roma, primi anni Novanta. Mentre i sogni del Novecento volgono a una fine inesorabile e Berlusconi si avvia a prendere il potere, uno scrittore trentenne cinico e ingenuo, sbadato e profondo assieme trova lavoro in un archivio, il Fondo Pier Paolo Pasolini. Su quel dedalo di carte racchiuso in un palazzone del quartiere Prati, regna una bisbetica Laura Betti sul viale del tramonto: ma l’incontro con la folle eroina di questo libro, sedicente eppure autentica erede spirituale del poeta friulano, equivale per il giovane a un incontro con Pasolini stesso, come se l’attrice di “Teorema” fosse plasmata, posseduta dalla sua presenza viva, dal suo itinerario privato di indefesso sperimentatore sessuale e dalla sua vicenda pubblica d’arte, eresia e provocazione. “Qualcosa di scritto” racconta la linea d’ombra di questo contagio e l’inevitabile congedo da esso – un congedo dall’adolescenza e da un’intera epoca; ma racconta anche un’altra vicenda, quella di un’iniziazione ai misteri, di un accesso ai più riposti ed eterni segreti della vita. Una storia nascosta in “Petrolio”, il romanzo incompiuto di Pasolini che vide la luce nel 1992 e che rivive qui in un’interpretazione radicale e illuminante. Una storia che condurrà il lettore per due volte in Grecia, alla sacra Eleusi: come guida, prima il libro postumo di Pier Paolo Pasolini, poi il disincanto della nostra epoca – in cui può tuttavia brillare ancora il paradossale lampo del mistero.

Emanuele Trevi è nato a Roma nel 1960. Scrittore e critico letterario, ha esordito come autore di narrativa con I cani del nulla (Einaudi, 2003) e ha pubblicato per la collana Contromano di Laterza Senza verso (2005) e L’onda del porto (2005). Il suo ultimo romanzo è Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010). Collabora con «la Repubblica», «il manifesto», «Il Messaggero» e «Il Foglio». È conduttore di programmi radiofonici per Rai Radio 3.



Il silenzio dell’onda (Rizzoli) di Gianrico Carofiglio

Una donna in fuga dal suo passato, un bambino in fuga dalla realtà, tra gli incubi del giorno e le minacce della notte. Un uomo inchiodato a una colpa remota. Due vite adulte spezzate, il passaggio crudele dell’infanzia. Nel passato di Roberto, sottufficiale dei carabinieri in congedo ed ex agente sotto copertura, c’è un episodio terribile dal quale non riesce a liberarsi, che risale agli anni di attività segrete in America Latina. Lo incontriamo a Roma, la città dove era nata e aveva abitato sua madre prima di sposare un poliziotto americano e trasferirsi in California. Lì Roberto, ragazzino, aveva imparato col padre a cavalcare le onde, a sfidarle e a non temerle mai. Ma non sarà così per sempre: ora la sua vita, oppressa da un tormento che non lo abbandona, è scandita dalle sedute settimanali con lo psichiatra. Quando arriva allo studio del medico gli capita di incontrare la paziente dell’appuntamento che precede il suo. La prima volta avviene per caso, poi, per tutti e due, diventa un’abitudine, un’occasione cercata. Di Lucia, ex attrice, veniamo a sapere che è stata sposata con un uomo che forse non amava abbastanza e che ha tradito, poi morto in un incidente d’auto dopo che lei gli aveva rivelato la verità. Il rimorso la affligge, rendendo difficile anche il rapporto con il figlio, un bambino sensibile e solitario che sembra vivere in una dimensione parallela e inquietante. C’è un mondo popolato di sogni, dove le cose avvengono o forse sono soltanto immaginate?

Gianrico Carofiglio è nato a Bari nel 1961. Magistrato di professione, ha pubblicato, tra gli altri, per Rizzoli il romanzo Il passato è una terra straniera (2004), il graphic novel Cacciatori nelle tenebre (2007) con il fratello Francesco, la raccolta di racconti Non esiste saggezza (2010) e il saggio La manomissione delle parole (2010). È autore del ciclo di romanzi dell’avvocato Guerrieri. I suoi libri sono tradotti in ventiquattro lingue.



Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi (Mondadori) di Alessandro Piperno

Inseparabili. Questo sono sempre stati l’uno per l’altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel. Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme. Come i buffi e pennuti supereroi ritratti nel primo fumetto che Filippo ha disegnato con la sua matita destinata a diventare famosa. A nulla valgono le differenze: l’indolenza di Filippo – refrattario a qualsiasi attività non riguardi donne, cibo e fumetti – opposta alla determinazione di Samuel, brillante negli studi, impacciato nell’arte amatoria, avviato a un’ambiziosa carriera nel mondo della finanza. Ma ecco che i loro destini sembrano invertirsi e qualcosa per la prima volta si incrina. In un breve volgere di mesi, Filippo diventa molto più che famoso: il suo cartoon di denuncia sull’infanzia violata, acclamato da pubblico e critica dopo un trionfale passaggio a Cannes, fa di lui il simbolo, l’icona in cui tutti hanno bisogno di riconoscersi. Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra un investimento a rischio e un’impasse sentimentale sempre più catastrofica: alla vigilia delle nozze ha perso la testa per Ludovica, introversa rampolla della Milano più elegante con un debole per l’autoerotismo. Nemmeno l’eccezionale, incrollabile Rachel, la “mame” che veglia su di loro da quando li ha messi al mondo, può fermare la corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano inclinato dell’esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all’ultimo il segreto impronunciabile che li riguarda tutti…

Alessandro Piperno è nato a Roma nel 1972. Insegna Letteratura francese a Tor Vergata. Ha pubblicato per Mondadori il suo primo romanzo Con le peggiori intenzioni (2005) e Persecuzione (2010), che insieme a Inseparabili dà vita al dittico dal titolo Il fuoco amico dei ricordi.




Nel tempo di mezzo (Einaudi) di Marcello Fois

Vincenzo Chironi mette piede per la prima volta sull’Isola di Sardegna – “una zattera in mezzo al Mediterraneo” – nel 1943, l’anno della fame e della malaria. Con sé ha solo un vecchio documento che certifica la sua data di nascita e il suo nome, ma per scoprire chi è lui veramente dovrà intraprendere un viaggio ancora più faticoso di quello affrontato col piroscafo che l’ha condotto fin li. A Nuoro trova ad attenderlo il nonno, Michele Angelo maestro del ferro, che gli farà da padre e da complice in parti uguali -, e soprattutto sua zia Marianna, che vede nell’inaspettato arrivo del nipote l’opportunità per riscattare un’esistenza puntellata dalla malasorte. Anni dopo, quando ormai a Nuoro la presenza di Vincenzo Chironi sembra scontata, naturale come il mare e le rocce, la forza del sangue torna a far sentire il suo richiamo. Perché quando Vincenzo conosce Cecilia, che ha “gli occhi di un colore che non si può spiegare”, innamorarsi di lei gli sembra l’unica cosa possibile. Anche se è promessa sposa di Nicola, con cui lui è mezzo parente… Se è vero che “la disobbedienza chiama il castigo”, forse è anche vero che quell’amore è l’ultimo anello di una catena destinata a non aver fine. Dopo l’epopea di “Stirpe”, Marcello Fois – con una lingua capace di abbracciare l’alto e il basso, e di potenziare lo scorrere del tempo – dipinge un mondo in cui i paesaggi sono vivi come i personaggi che li abitano.

Marcello Fois è nato a Nuoro nel 1960. Vive e lavora a Bologna. Ha pubblicato, tra gli altri, Picta (marcos y marcos 1992; vincitore del Premio Calvino 1992), Ferro Recente (Granata Press, 1992), Meglio morti (Granata Press, 1993), Sheol (Hobby & Work, 1997), Dura madre (Einaudi, 2001), Piccole storie nere (Einaudi, 2002), Memoria del vuoto (Einaudi, 2006; vincitore del Premio Super Grinzane Cavour 2007, Premio Volponi 2007 e Premio Alassio 2007) e Stirpe (Einaudi, 2009; vincitore del Premio Città di Vigevano 2010 e del Premio Frontino Montefeltro 2010).



La colpa (Newton Compton) di Lorenza Ghinelli

Estefan nasconde un segreto inconfessabile, un macabro ricordo d’infanzia che lo perseguita. Forse si è macchiato di un crimine atroce, oppure è vittima di una memoria bugiarda, che distorce la realtà. Ma nella realtà, qual è la colpa per cui sua madre e suo padre hanno smesso di amarlo? Anche Martino, il suo migliore amico, custodisce un terribile segreto, una verità sconvolgente che nessuno deve conoscere. Il male che condividono li ha resi complici. Il male che condividono li ha uniti in un legame indissolubile. Non si confidano, chiusi in un silenzio che saranno costretti a infrangere solo quando il passato minaccerà di tornare. Finché un giorno la strada di Estefan si incrocia con quella di Greta, una bambina di appena nove anni che ha perso entrambi i genitori. Cresciuta in campagna, circondata da una decadente periferia industriale, vive come prigioniera nella casa del nonno. Il loro incontro, figlio dell’ennesimo episodio violento, sarà il primo passo verso la redenzione. “La colpa” è un romanzo graffante e diretto che parla del dolore dell’infanzia ignorato dal mondo adulto e della possibilità di riscattarsi, nonostante tutto.

Lorenza Ghinelli è nata a Cesena nel 1981. Laureata in Scienze della Formazione, ha conseguito presso la Scuola Holden di Torino il Master in Tecniche della narrazione. È autrice di racconti, poesie, opere teatrali e cortometraggi. Attualmente collabora con la Taodue come editor e sceneggiatrice. Ha scritto con Simone Sarasso e Daniele Rudoni la spy-story J.A.S.T (Marsilio, 2010). Nel 2011 ha pubblicato per Newton Compton il suo primo romanzo Il Divoratore.


Per conoscere gli altri libri della dozzina :http://www.fondazionebellonci.it/premio-strega/libri.htm

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